N° 77

 

SANGUE E CIRCUITI

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            La situazione in breve: la REvolution è sotto attacco da due fronti. Da un lato è stata assalita dal cyborg Coldblood-7 mandato a rapire l’ex Deathlok Michael Collins e dall’altro Temugin, il figlio del Mandarino, vi si è appena infiltrato per impadronirsi di qualcosa o per un motivo forse peggiore. Basta così, torniamo all’azione.

<<Ripeto: azione evasiva! A nessun costo questa unità deve cadere in mani nemiche.>> se una voce elettronica può avere un tono isterico, allora quella che Coldblood ode direttamente nelle sue orecchie ci va molto vicina.

            Coldblood sa che non può opporsi agli ordini che gli sono impartiti, la sua volontà non è più sua in questo momento. Prima di scappare, però, deve fare una cosa: sparare a Michael Collins.

<<No!>> urla War Machine parandosi tra i due e prendendo in pieno la scarica che rimbalza poi contro Coldblood stesso.

 

            Ezekiel Stane è nel suo nuovo ufficio di Vice Presidente della Stark-Fujikawa che sta esaminando alcuni dati, quando la porta si apre ed entra Sunset Bain, anche lei Vice Presidente ma per il settore Scienza e Tecnologia.

-Non si bussa più di questi tempi?- commenta il giovane.

-Non sono abituata a farmi annunciare.- è la replica.

            Sunset si chiude la porta alle spalle e poi si china a baciare Zeke appassionatamente.

-Così va molto meglio.- dice -Sono venuta a vedere come te la stai cavando. Avevo la sensazione che uno come te si annoiasse a dirigere il ramo Fusioni e Acquisizioni.-

-Al contrario, Sunset cara.- ribatte lui sorridendo -Mi sto divertendo e ho già individuato il nostro prossimo bersaglio.-

-E sarebbe?-

-Uno grosso: la Osborn Corporation.-

            Per una volta nella sua vita, Sunset Bain rimane senza parole.

 

            Rumiko Fujikawa entra in uno dei padiglioni scientifici. Dal momento che è la Presidente della società nessuno la ferma o le chiede perché è lì.

            Indica ad un perplesso impiegato un certo scomparto.

-Lo apra.- ordina in tono imperioso.

-Ho avuto l’ordine di non farlo senza l’autorizzazione di… di suo padre.- replica l’uomo.

-Mio padre non ha più alcuna autorità qui.- ribatte, seccata, Rumiko -Ora comando io ed i suoi ordini valgono solo se confermati da me. Adesso apra quello scomparto e mi dia quel c’è dentro o dovrà cercarsi un altro lavoro.-

            L’uomo si affretta ad obbedire e consegna a Rumiko una cassetta metallica.

-Molto bene.- mormora la ragazza -Molto bene.-

 

 

2.

 

 

            La scarica di energia sparata da Coldblood rimbalza su di lui che viene proiettato oltre la finestra. Una caduta da quell’altezza ucciderebbe un uomo normale ma il cyborg non è più tale da tempo. Ciononostante War Machine gli si precipita dietro e lo afferra a mezz’aria portandolo al suolo.

            Lo esamina rapidamente. Ci sono danni sulla sua armatura ma non sa dire quanto gravi e lui è svenuto o spento o qualunque cosa accada ad un cyborg del suo genere. Dovrà farlo esaminare da Collins, è lui l’esperto.

            Improvvisamente sente una voce elettronica alle sue spalle:

<<Direttiva primaria: eliminare il nemico.>>

<<Ma cosa…?>> esclama Jim Rhodes voltandosi e rendendosi conto che l’auto corazzata di Coldblood si sta muovendo da sola e che dall’altezza dei fari sono sparati due mini missili diretti verso di lui e la palazzina alle sue spalle.

 

            Un’installazione segreta da qualche parte negli Stati Uniti, dove un uomo dai capelli bianchi con la divisa dell’Esercito e tre stelle sulle spalline guarda corrucciato i preparativi davanti a lui.

-Spero che la fatica che ho fatto per tirarti fuori da Leavenworth[1] sia ripagata da risultati, Simon.- dice.

            L’uomo dai capelli e baffi grigi che veste la stessa uniforme senza gradi dice:

-Puoi fidarti John. Io e Harlan conosciamo il progetto in ogni più piccolo particolare e ti assicuro che andrà tutto bene.-

-Gelerà l’Inferno quando mi fiderò di voi due, Simon, ma hai ragione su una cosa: siete i soli che conoscono il progetto ed i soli che possono farlo funzionare.-

-E funzionerà, vedrai.-

            Ad un cenno dell’uomo dei macchinari vengono avviati e poi il militare si avvicina ad un tavolo di metallo che viene alzato fino a portare in posizione eretta la figura che vi è assicurata sopra, gli occhi all’altezza di quelli dell’altro.

            Una voce elettronica dice:

<<Sistemi operativi in piena efficienza.>>

            Una seconda, con un timbro diverso, aggiunge:

<<Attivazione avvenuta.>>

            La figura sul tavolo apre gli occhi e dalla sua bocca escono a fatica poche parole:

-Chi… chi sono?-

L’uomo dai capelli e baffi grigi sorride mentre risponde:

-Il tuo nome era Luther manning ma ora sei Deathlok.-

 

            War Machine prende il volo sperando che i due missili seguano la fonte di calore più intensa e vicina, e cioè lui, risparmiando la palazzina. L’azzardo funziona e Rhodey vola sempre più in alto con i missili che non lo mollano.

<<Siete dei bambini tenaci.>> dice <<Ma ora scoprirete che papà è pieno di sorprese.>>

            I contenitori dietro la sua schiena ruotano e ne escono due missili che puntano sugli altri.

<<Sono più piccoli ma…>>

            I missili lanciati da War Machine impattano contro quelli dell’auto di Coldblood distruggendoli.

<<… molto più potenti.>>

        E ora, pensa, War Machine, meglio tornare di sotto prima che quell’auto combini altri danni.

 

 

 

3.

 

 

            Rumiko Fujikawa ha ascoltato tutto quello che Ezekiel Stane, appoggiato da Sunset Bain, le ha appena riferito e alla fine dice:

-La Oscorp. Sei davvero convinto che sia una buona idea?-

-Questo è il momento migliore.- ribatte Zeke -La Oscorp è un’azienda solida ma vulnerabile dopo che Norman Osborn e i suoi dirigenti sono stati costretti alle dimissioni in seguito ad uno scandalo.[2] Azionisti ed investitori hanno perso fiducia e molti di loro saranno ben lieti di disfarsi dei loro titoli se offriamo un prezzo appetibile.-

-Norman Osborn non la prenderà bene… è un uomo pericoloso.- obietta Rumiko.

-Lo era una volta, forse. Ora mi dicono che si sia rammollito.-

-Sono d’accordo con lui.- interviene Sunset -Questo è il momento adatto.-

            Rumiko volge lo sguardo verso l’altra persona presente nella stanza, il Vice Presidente Esecutivo Philip Stark e gli chiede:

-Tu che ne pensi?-

-L’alta finanza non è il mio campo ma Stane sembra sapere quello che fa, tanto vale lasciarlo tentare.- risponde il giovane.

-Wow, godo dell’appoggio di uno Stark, non l’avrei mai creduto.- commenta, ironico, Zeke.

-La tua ostilità contro… Tony non mi riguarda finché non farai qualcosa contro di me.-

-Me ne ricorderò.-

-Bene.- interviene Rumiko -Procedi pure come credi, Zeke. Ed ora scusatemi tutti, ho altre questioni di cui occuparmi.-

            Non appena sono tutti usciti, Rumiko estrae da un cassetto della scrivania la scatola metallica presa nel padiglione scientifico. Ora non resta che aprirla.

 

            Rientrato nel suo ufficio ed assicuratosi che nessuno lo ascolti e la stanza sia schermata, Zeke Stane fa una chiamata col suo cellulare:

-Sono io, mia cara. Procedi pure come sai fare meglio. Conto su di te perché il nostro uomo faccia quello che deve.-

            Chiusa la comunicazione, Zeke si concede un sorriso soddisfatto.

 

            Di ritorno dalla Base Congiunta McGuire-Dix-Lakehurst nel New Jersey, Tony Stark, nei panni metallici di Iron Man, trova una situazione bizzarra: un’auto corazzata che si sta muovendo da sola che e spara su tutto quello che c’è in giro. Non è comunque la cosa più insolita che gli sia capitato di vedere da quando indossa l’armatura.

La riconosce: è l’auto di Coldblood e lui è steso a terra poco lontano. A cosa sia successo penserà dopo, ora deve occuparsi di quell’aggeggio prima che faccia altri danni.

Se è controllata da remoto forse è possibile individuare la frequenza su cui opera e spegnerla­.

-Antigone…- comincia a dire.

<<Comando eseguito Mr. Stark.>> risponde l’Intelligenza Artificiale della sua armatura.

            Nulla di meglio di un’A.I. che anticipa i tuoi desideri pensa Tony, anche se è un po’ inquietante ripensandoci.

<<Direttiva primaria eliminare… eliminare…>> dice, con tono sempre più basso la voce elettronica proveniente dall’auto <<… eliminare… eliminare…>>

<<Spiacente ma non eliminerai nessuno.>> ribatte Iron Man.

            La voce si spegne e l’auto si arresta. In quel momento arriva War Machine,

<<Ehi, amico, vedo che hai sistemato tutto anche senza di me.>> dice a Tony.

<<Ci saresti riuscito anche tu se fossi stato presente.>> ribatte lui <<A proposito: cos’è successo?>>

            Rhodey lo spiega brevemente e poi aggiunge:

<<Chiunque abbia mandato Coldblood voleva fargli rapire o uccidere Mike Collins. Ma è perché teme che possa aiutarci o lo interessava perché è stato Deathlok?>>

<<Bella domanda…>> replica Tony <<… ma ne parleremo dopo: ora sparisci,prima che qualcuno si chieda che ci facevi qui, non dimenticare che ufficialmente sei un fuorilegge ricercato.>>

<<Vero. A più tardi, capo,.>>

            War Machine prende il volo ed in quel momento dalla palazzina escono la Vice Presidente Esecutiva della REvolution Rae Lacoste-Rhodes e la sua assistente personale Gayle Watson.

-Meno male che sei arrivato, Iron Man.- dice Rae -Abbiamo un problema.-

<<Beh, credo di averlo già risolto.>> replica lui dando uno sguardo a Coldblood ancora svenuto.

-Non parlavo di quello. Hanno trovato una guardia svenuta nell’Ala Ovest. Abbiamo un intruso nella fabbrica.-

            Non c’è mai riposo per lo stanco, pensa Tony.

 

 

4.

 

 

            Il Tenente Generale dell’Esercito John Arthur Ryker segue compunto i funerali solenni del Colonnello Luther Manning caduto nell’adempimento del suo dovere per mano del nemico in suolo straniero.

            È lo stesso Ryker a consegnare alla vedova Janice il Cuore di Porpora, una delle più alte onorificenze delle Forze Armate. La bella donna di colore si appoggia al braccio del migliore amico di Manning, il Tenente Colonnello Mike Travers, un giovanotto biondo con profondi occhi azzurri.

            Ryker si rivolge al giovane figlio di Manning:

-Devi essere fiero di tuo padre, Richard, era un uomo molto coraggioso.-

            Il ragazzino mulatto non dice niente. Stringe la mano della madre con forza e la segue.

            Ryker li segue con lo sguardo per un po’, poi si dirige all’auto che lo sta aspettando.

            All’interno lo attende un uomo dai capelli e baffi grigi che indossa una divisa simile alla sua ma senza gradi.

-Allora, è finita la buffonata?- chiede quest’ultimo mentre l’auto parte lasciandosi alle spalle il cimitero.

-Simon, tu mi fai venire una gran voglia di piantarti una pallottola in testa,lo sai?- ribatte Ryker.

-Non… non oseresti mai.-

            Il generale estrae la sua arma d’ordinanza dalla fondina e la punta alla fronte dell’altro.

-Non esserne troppo sicuro. Sei un essere spregevole Simon. Se nostro padre vedesse cosa sei diventato, ti sparerebbe lui stesso.-

-E a te che farebbe?- ribatte Simon Ryker -Credi davvero di essere migliore di me?-

            Arthur abbassa la pistola e con voce amara replica:

-No, forse sono peggiore, perché ti permetto di fare quello che fai.-

 

            Iron Man ha raggiunto l’ala ovest del complesso della REvolution chiedendosi chi sia l’intruso. Qualcuno abituato ad agire nell’ombra. Spymaster o uno della sua Élite dello Spionaggio forse?

            Un momento: i suoi sensori lo avvertono di una presenza vicina. Ma dove? Un uomo esce dall’ombra e salta sferrandogli un calcio con un piede calzato di un leggero sandalo e gli stacca un pezzo della copertura pettorale.

<<Ma che…?>> esclama Tony Stark sorpreso.

            L’assalitore lo colpisce ancora col taglio della mano destra e gli stacca un altro pezzo di armatura.

            C’è un solo uomo capace di tanto a mani nude, pensa Iron Man, o forse no. Ora vede bene chi ha di fronte.

<<Tu sei Temugin!>> esclama.

-Mi spiace, Iron Man, volevo evitare la violenza ma le circostanze non me lo hanno permesso.-

            La voce del figlio del Mandarino sembra sincera ma questo non conforta Tony.

<<È stato tuo padre a mandarti?>> chiede <<Perché? Cosa vuole stavolta?>>

            La sola risposta è un altro calcio al plesso solare.

<<Beh, è evidente che non vuoi rispondere. Dispiace anche a me dover usare la violenza.>>

            Iron Man spara un colpo di uniraggio ma Temugin salta evitandolo senza problemi poi fa una capriola e passa sopra la testa del Vendicatore Dorato e scappa lungo il corridoio.

<<Non te la caverai tanto facilmente!>> esclama Iron Man volandogli dietro ma il suo avversario sembra scomparso.

            Odio i ninja, pensa Tony,

 

            Coldblood è stato portato in un laboratorio e Michael Collins si prepara ad esaminarlo.

            Alle sue spalle entra Jim Rhodes.

-Non è morto, vero?- chiede.

-La sua parte artificiale è stata spenta e quella… organica… beh possiamo dire che è svenuta.- risponde Michael.

-Puoi rianimarlo?-

-Non dovrebbe essere difficile, ma prima vorrei provare a disattivare il computer che lo controlla e restituirgli il libero arbitrio. Il problema è che per rimuovere certi componenti senza provocare danni all’uomo ci sarebbe bisogno della delicatezza di un chirurgo ed è un talento che io non ho di certo.-

-So io dove trovarne uno.- afferma Rhodey -Abituato ad agire in situazioni precarie e di emergenza.-

-Un uomo in gamba?-

-Una donna… la migliore che conosco.-

 

 

5.

 

 

            Glenda Sandoval guarda il monitor davanti a lei e poi si volta verso coloro che sono in piedi nella stanza e dice:

-Avevi ragione, Jim. C’è davvero qualcosa inserito nel cranio di Coldblood. Le analisi spettrografiche dimostrano che è una piccola ma estremamente letale carica esplosiva ed è posizionata in modo da attivarsi se qualcuno interviene sui collegamenti tra cervello e parti bioniche.

-Maledizione!- esclama Jim Rhodes -Mi aspettavo qualcosa di simile.-

-E non c’è nulla da fare?- chiede Tony Stark.

-Non è detto.- replica Glenda -Ci vuole una mano ferma e un team di specialisti ma si può intervenire. È una questione di microchirurgia dopotutto.-

-Non posso chiederti di farlo. È troppo pericoloso.-

-Lo è anche per Coldblood e il mio dovere di medico mi impone di aiutarlo.-

-Quindi hai già deciso?-

-Assolutamente.- Glenda si rivolge ad un silenzioso Happy Hogan -Pensa di potermi far mettere a disposizione una sala operatoria nel vostro ospedale?-

-Se non ci sono operazioni urgenti, non avrò difficoltà.- risponde Happy -Chiamerò l’amministratore e il primario di chirurgia.-

-Non abbiamo tempo da perdere: i vostri nemici potrebbero decidere che far saltare la testa di Coldblood è la mossa più conveniente per loro.

            Tony non può che assentire: ha già visto quanto sono spietati i suoi avversari.

 

            Il nome dell’uomo dai capelli rossi tagliati a spazzola è Vincent Vandergill, un finanziere, membro di vari consigli di amministrazione ed attuale Presidente della Osborn Corporation. La donna a letto con lui, bruna, con la pelle olivastra, ha usato molti nomi ma quello vero dovrebbe essere Indries Moomji. È una seduttrice professionista, allevata ed addestrata per un solo scopo: irretire gli uomini (ma anche le donne all’occorrenza) e far fare loro quello che vuole lei o chi ha richiesto i suoi servizi.

            Un uomo come Vincent Vandergill non ha mai avuto scampo con lei.

-Allora, Vincent caro…- chiede Indries -Farai ciò che ti ho chiesto?-

-Lo sai che non posso negarti nulla tesoro.- risponde Vandergill -Domani, alla riunione del Consiglio, chiederò di accettare la proposta di acquisizione della Stark-Fujikawa.-

            Indries sorride soddisfatta.

 

            Una sala operatoria sterile e schermata dalle onde radio grazie un apparecchio preparato da Tony Stark. Al lavoro un team coordinato da Glenda Sandoval e comprendente il Dottor Keith Kincaid e sua moglie Jane Foster, le infermiere Linda Carter, Georgia Jenkins e Christine Palmer e Michael Collins e Tony Stark in qualità di esperti di bionica.

            Sopra di loro guardano lo svolgersi dell’operazione Jim Rhodes, Happy Hogan, Pepper Potts e Rebecca Bergier sul cui volto si legge la preoccupazione.

-Ci siamo.- dice Keith Kincaid -Dovremo incidere qui.-

-Sì.- conviene Glenda -Diamoci da fare.-

            Il suo bisturi si avvicina ad un piccolo quadrato nero e si prepara ad incidere quando si ode la voce di Tony Stark:

-Attenti, si è accesa una luce.-

            Una spia rossa sta infatti brillando con intensità sempre più forte.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Pochissimo da dire, anzi nulla, quindi passiamo a parlare del prossimo episodio in cui avremo ben due Deathlok o forse tre e i bandoli di alcune matasse cominceranno a sbrogliarsi.

            Non mancate.

 

 

Carlo



[1] Fort Leavenworth in Kansas è una nota base dell’Esercito degli Stati Uniti e sede dell’unica prigione militare di massima sicurezza.

[2] I particolari su L’Uomo Ragno MIT #78.